La mia esperienza all’Arabella Market

Sottotitolo:

Nel caso abbiate intenzione di partecipare ad un mercatino per la prima volta, vi racconto cosa ha funzionato e cosa no per me.

Secondo sottotitolo:

Ovviamente sono tornata, quest’anno tralascio le storie dal paesello perché è stato massacrante, saltiamo a piè pari al nuovo anno, che come si sa, si festeggia a settembre e quindi… buon inizio!

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Sediamoci comode come Arabella qui sopra (non è bella?).

Vi racconto come è andata la mia doppia partecipazione (il 26 luglio e il 30 agosto) a questo market organizzato a Perugia dall’associazione degli artigiani e del libero ingegno FareFacendo.

Mi sono imbattuta per caso nella pagina facebook che segnalava come candidarsi, ho mandato una mail con ciò che veniva richiesto e sono stata accettata, yeah!

Mi sono messa a produrre come una matta e ho realizzato davvero tante cose…

Io NON faccio mercatini. Mi è capitato di farne in passato, ma ci avevo messo una pietra sopra per una serie di ragioni. Perché questa volta ci ho provato?

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Per le condizioni estremamente vantaggiose.

Se non partecipate abitualmente a mercatini e volete fare questa esperienza, quello che vi consiglio è:

  • partecipare a mercatini del vostro settore e non a mercatini in generale
  • l’Arabella market era rivolto al settore vintage, handmade e design, ero sicura di essere in compagnia di persone che parlano la stessa lingua (io sempre indegnamente) ed ero sicura che l’uniformità dell’offerta, seppur varia, avrebbe attirato persone interessate a questi mondi e non alle “cineserie”.

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  • fate attenzione alla location, come direbbe Alessandro Borghese. Questa è da voto Diesci :D! Pieno centro!
  • fate attenzione ad eventuali programmi di intrattenimento, questo market prevede ad ogni data un accompagnamento musicale: bands, lezioni di swing, allegria!

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  • fate attenzione a cosa vi viene offerto con la quota di partecipazione: in questo caso prevede gazebo bellissimo comprensivo di banco, faro di illuminazione e allaccio alla corrente per eventuali altri punti di illuminazione propri. Beh, se uno deve fare i conti con quanto dovrebbe vendere per andare in pari con le spese, avevo messo in considerazione che se anche non avessi venduto niente sarebbe stata una perdita irrisoria. In questo caso. Ci sono state altre occasioni che non ho colto proprio per l’alto costo della postazione e perché avrei dovuto comprare un gazebo, un tavolo, ecc. ecc. Se fare i mercatini è il vostro pane, è ovvio che sono investimenti da fare ;).

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  • se siete da soli, prevedete una compagnia! Nove ore di mercatino senza la mia amica cara sarebbero state meno piacevoli e divertenti!

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  • fate i conti con i cambiamenti climatici! Nella stessa giornata siamo passati dal caldo con un’afa terribile al diluvio universale. Munitevi di teli di plastica da imbianchino come abbiamo fatto noi, leggeri, dispiegabili e ripiegabili velocemente. E abbiate pazienza. Dopo la tempesta viene il sereno e mentre pensavamo che non venisse più nessuno, il dopo è stato affollato, per via anche dell’aria fresca!

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  • prevedete uno spazio non troppo in vista dove rifocillarvi! Ehm, sì, panino con la porchetta e birra,  poco fine, ma di gran soddisfazione. La vicinanza a localini, bar, chioschi e quant’altro favorisce il nutrimento ed è un valore aggiunto al market.
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Inserisci una didascalia

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Nella seconda giornata vi parlerò di alcuni errori nella disposizione dei miei ManùDori e affini, nel frattempo, durante la lezione di swing, due guardie del corpo dalla maglietta nera si posizionavano davanti al nostro banco, fingendo noncuranza e superiorità rispetto agli inviti a partecipare alle danze (ovvero, i pargoli, che si intravedono nella foto qui sotto).

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Il bilancio di questa prima partecipazione è stato buonissimo per me, tanta gente si è avvicinata, turisti stranieri moltissimi, tante bambine mi hanno fatto brillare gli occhi nel vedere la meraviglia nei loro, abbiamo venduto soprattutto cose piccine (Manùdori Small e Mini, set da cartoleria) e siamo tornate a casa pensando di aver chiuso l’esperienza…

Invece no!

L’aggiunta di due date rispetto al calendario iniziale mi ha fatto venir voglia di partecipare una volta tornata dal paesello, tanto avevo ancora molte cose! E quindi via, squadra vincente non si cambia!

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Ed ecco i consigli sull’esposizione:

  • questa volta avevo meno cose, ma ho venduto molto di più. Molti ManùDori grandi, i journals e perfino gli Abbracci e le Tasche. Per ovviare al poco pieno, ho deciso di aprire quasi tutti i ManùDori e i journals, in modo che non si avesse il timore di aprirli da soli e potessero essere sfogliati e guardati all’interno. Mossa vincente!

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  • durante il primo market, avevo un espositore per le tasche molto carino (si vede nelle foto), ma nessuno le ha toccate. Durante il secondo market, le ho semplicemente messe su un vassoio di legno dove potessero essere sfogliare e aperte: mossa vincente!

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  • prevedete dei cartellini di spiegazione, oltre agli immancabili bigliettini da visita, se avete più prodotti: non tutti chiedono subito, qualcuno legge e poi chiede o legge e basta, ma almeno date uno strumento per capire anche laddove non c’è la voglia di interagire 😀

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  • qui sotto vedete i Manùdori chiusi… quando ho deciso di aprirli, 5 di quelli che sono in foto hanno spiegato le ali.

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  • il ManùDori più richiesto è stato il mio, quello che metto a disposizione per far vedere il possibile uso e qualcuno voleva prenderselo comprese le foto… mumble mumble…

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Questa foto scattata intorno alle undici di sera mostra la stanchezza (c’è anche un bimbo addormentato nell’angolo a sinistra nel banchetto delle nostre “colleghe” amigurumi), ma la soddisfazione è stata tanta. L’occasione è anche quella per parlare, confrontarsi, conoscere artigiani veri e scambiarsi consigli e opinioni… spero che questa mia piccola grande esperienza posso esservi utile e, se avete domande, fatele pure ;).

Mi sono trovata benissimo e spero anche di partecipare ancora, chissà?

Intanto, sono tornata anche qui e non è poco ❤

Piccolo grande reportage: il Lavandeto di Assisi

Per chi non lo sapesse, ieri ho compiuto 50 anni. Finalmente ho l’età che dimostro!

Non che la cosa mi stia particolarmente simpatica, ma vuol dire anche che ci sono arrivata e quindi festeggiamo. Ho iniziato venerdì, con amiche care che mi hanno fatto una sorpresa, ho continuato ieri con i miei uomini che mi hanno sorpreso pure loro, ho proseguito oggi con la visita al Lavandeto di Assisi, un desiderio che avevo espresso tempo fa e che Dear Husband ha deciso di esaudire, con mio sommo gaudio 😀 !

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Se siete in Umbria o avete intenzione di venirci in questo periodo, mettetelo nei posti da visitare, assolutamente! Adesso è il momento giusto, in calendario c’è la festa della lavanda, la fioritura è perfetta e per qualche varietà anche già avanzata perché quest’anno i fiori sono arrivati in anticipo. In occasione di questa festa si entra gratis, oltre alle piante si trovano prodotti tipici e artigianali, ci sono laboratori, si gode di punti ristoro. Per me, l’unica pecca è il caldo, ma non dipende dal lavandeto :D.

Intanto, vi faccio entrare con me e il titolo del post si riferisce al fatto che, come faccio sempre, il reportage sarà piccolo di parole, ma grande di foto!

Ne troverete di molto simili (ma non ho voluto scartarne troppe) e senza una particolare logica se non quella dell’ordine in cui le ho scattate, quindi esplorerete con me, mi dispiace solo che non potrete sentire il profumo e ascoltare il ronzio delle api… immaginateli!

Entriamo.

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Ce l’avete fatta?

Devo dirlo, sono andata via a malincuore. Sarei rimasta in contemplazione per molto tempo ancora. I proprietari hanno saputo creare un luogo speciale, vicino a quel luogo specialissimo che è Assisi. Bravi!

Io continuerò a festeggiare, domani farò una capatina al paesello. A presto!